mercoledì 27 aprile 2016

Fermata San Siro M5

Ho designato come soggetto di questo progetto, la fermata della Linea Metropolitana M5 San Siro, in quanto ha rappresentato nel quartiere in cui vivo un notevole cambiamento a livello infrastrutturale. I lavori, iniziati nel 2010 e terminati nell'aprile 2015, hanno influenzato notevolmente l'area attorno al celebre Stadio Meazza: il grande piazzale è stato modificato, e la lunga via Harar (che costeggia l'arena sul suo lato meridionale), precedentemente disboscata, è stata poi riadattata alle nuove esigenze funzionali del sito; infatti se il piazzale, in passato una vasta colata unica di cemento, è stato suddiviso in più parcheggi, in un progetto di area verde e nella zona di accesso alla metropolitana, la via Harar ha visto un allargamento della sua carreggiata, a discapito degli antichi pioppi, ora sostituiti da un modesto tappeto di prato, piacevole spartitraffico.

Guardando lo stadio, la fermata si scompone in due aree, collocate sulle sponde di via Harar: alla destra abbiamo, ben collocato nell'architettura urbana del luogo, un accesso alla metropolitana affiancato e preceduto da una piccola piazza, la quale è perfettamente in armonia con gli alberi e cespugli che la circondano. Ha un impatto sicuramente più visibile invece l'entrata sulla sinistra di via Harar, costituita da più elementi architettonici; quest' ultima presenta in realtà due ingressi. Il primo è di gran lunga più ridotto in dimensioni, e vuole rappresentare l'uscita minoritaria: oltre agli scalini (previsti coercitivamente dalla legge), abbiamo infatti un'unica scala-mobile, che percorre solo il senso che porta verso l'uscita dalla metropolitana. Il secondo è il fulcro dell'intero concept: si tratta di una struttura che richiama quasi l'aspetto di un'onda marina, pronta a scaraventarti tra le braccia dello Stadio. Da sottolineare che la forma curvilinea è ripresa anche dal primo ingresso: una "contro-onda", una reazione opposta e più piccola della sorella maggiore. Completamente in acciaio di colore grigio-nero la struttura è sorretta da pilastri (ramificati in cima) posti all'interno, e da curiosi tiranti collocati sul tetto curvo. L'edificio presenta quindi tre uscite: due sui lati e una frontale. L'idea sicuramente più innovativa del concept risiede infatti nella progettazione dei tornelli regolatori di flusso, che precedono l'uscita centrale: un'ottimo escamotage per ovviare a possibili problemi di sovraffollamento per partite o eventi importanti. Alla banchine si accede poi normalmente attraverso sistemi di scalinate o scale mobili, ma anche attraverso i diversi ascensori vetrati, spaziosi, veloci e indispensabili per i portatori di handicap.

La banchina effettiva è anti-suicidio, in quanto ci si presenta innanzi una serie di pannelli a nastro di solido plexiglas: si accede al treno (elettrico e centralizzato da organi di comando, esterni alla vettura: ciò vuol dire che non abbiamo la presenza di pilota o del capotreno sul mezzo di locomozione) attraverso delle porte elettroniche ad attivazione automatica, collocate a intervalli regolari nella struttura anti-infortunistica.

Per concludere, all'esterno oltre ai due ingressi descritti, abbiamo la presenza dei vani ascensore, del gabbiotto contente il comando elettrico centralizzato, e una torre predisposta per il sistema di condizionamento e areazione.






















    




  




                      






                                            














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